Petrolio in mare in Asia, il punto della situazione ambientale

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Il problema del mare asiatico e l’inizio nero del 2018

L’anno 2018 è iniziato nel peggiore dei modi sotto il punto di vista ambientale. Iniziato con lo sversamento di migliaia di tonnellate di petrolio in mare e sebbene se ne parli sempre meno sui mezzi di informazione, non ci sono molti modi di tranquillizzare la situazione.

Il disastro di New Delhi

Il 2 febbraio 2018 si sono scontrate due piccole petroliere al largo del porto di Ellore nello Stato meridionale indiano di Tamil Nadu, causando un disastro ecologico che le autorità portuali hanno cercato di minimizzare in tutti i modi, non facendo altro che aumentarne la gravità.

L’urto notturno ha provocato una fuoriuscita di petrolio che ha rapidamente manifestato i suoi gravissimi effetti, con pesanti minacce alla biodiversità marittima e l’interruzione delle attività di migliaia di pescatori.

Il danno è immenso: centinaia di tartarughe, uccelli e pesci morti, 24 chilometri di costa a nord di Chennai contaminati e un disastro per il settore ittico, poiché la popolazione ha deciso di non acquistare più pesce.

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Petrolio in mare: La tragedia della Sanchi

Il 6 gennaio 2017 la petroliera Sanchi si è scontrata con la nave mercantile Crystal a circa 150 miglia da Shanghai. Solo tre corpi dei 32 membri dell’equipaggio della nave Sanchi sono stati recuperati.

La nave è colata a picco nel giro di qualche giorno, e si teme di dover fronteggiare un incredibile disastro ambientale a causa delle 136 mila tonnellate di materiale trasportato dalla nave che si sono riversate in acqua, che era in viaggio verso la Corea del Sud.

Fortunatamente tutti i membri dell’equipaggio della nave Crystal sono sopravvissuti. Secondo la loro testimonianza, il personale della Sanchi sarebbe stato investito da una potente esplosione avvenuta nella prima ora dopo l’incidente e dal rilascio di gas altamente tossico.

“Malgrado i nostri sforzi, non è stato possibile domare le fiamme e recuperare i corpi a causa delle esplosioni e del rilascio di gas”

La fuoriuscita di petrolio della nave Sanchi potrebbe rappresentare uno degli incidenti petroliferi peggiori degli ultimi decenni.

Gli studiosi del National Oceanography Center e dell’Università di Southampton, al lavoro sullo studio del flusso di materiale dopo lo scontro, hanno tracciato un’ipotetica rotta del condensato con risultati tutt’altro che tranquillizzanti.

Lo sversamento potrebbe infatti raggiungere il Giappone entro un mese, causando gravi ripercussioni sulle importanti barriere coralline, sulle zone di pesca e sulle aree marine protette.

Le recenti simulazioni vedono anche possibili impatti sulla Corea del Sud, dove molte più persone e attività marittime sarebbero a rischio.

Un altro problema riguardante l’incidente è stato posto all’attenzione degli scienziati, e secondo Simon Boxall, del National Oceanography Center dell’Università di Southampton non è mai andato disperso così tanto condensato nell’Oceano prima d’ora, e regna dunque una totale incertezza sull’impatto reale.

Rick Steiner, ex professore dell’Università dell’Alaska ed esperto globale di sversamento di petrolio, ha detto a Nature: “Questo è un nuovo terreno di studio, purtroppo, e siamo davanti probabilmente a uno degli sversamenti più unici della storia”.

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