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Che cos’è la micromobilità?
Tutti ne sentiamo parlare, una nuova moda si sta affermando nelle grandi città e non solo, pensavamo che fosse solo un ondata passeggera e invece è un mondo che si sta evolvendo e che potrà giovare alla qualità della vita delle persone.
Hoverboard, monocicli elettrici, monopattini elettrici, bici elettriche e chi più ne ha più ne metta, e se prima erano oggetti associati ad un pubblico infantile, ora non è raro vedere uomini e donne in carriera andare a scuola o a lavoro con uno di questi mezzi.
I vantaggi della micromobilità sono chiari e appaiono subito all’occhio, niente spese per benzina e derivati, niente tasse sulla macchina, niente sudate per trovare parcheggio, basta scendere dal mezzo, metterlo sotto braccio e posarlo in un angolo del nostro ufficio. Insomma, una comodità della quale è difficile privarsi e che sicuramente non ci farà pentire di un ipotetico acquisto.
I modelli dei mezzi elettrici sono aumentati a dismisura negli ultimi anni, sono iniziati con pochi modelli del famoso hoverboard, molto costosi per giunta, arrivando anche a 300 euro, oggi invece con 100 euro ci si può portare a casa uno di questi oggetti di qualità medio alta.
Questi semplici mezzi hanno un tipo di controllo basato solo ed esclusivamente sullo spostamento del baricentro del sistema persona-mezzo; è necessario spostare il peso verso la direzione desiderata per procedere verso di essa, anche se molte persone reputano complicato e pericoloso il loro utilizzo.
Le velocità raggiunte chiaramente non sono nemmeno paragonabili a quelle di un motorino o di una bicicletta ma nonostante questo sono adatte al traffico cittadino in quasi tutte le situazioni.
Non sono logicamente oggetti pensati per percorrere grandi distanze, strade dissestate o molto trafficate e non sono adatti al di fuori del contesto urbano.
Necessitano però di poche manutenzioni e cure e di una carica variabile in base alle caratteristiche della batteria che vedono montata all’interno.
Nuove leggi e norme
Da poco però sono uscite delle nuove norme e decreti per monitorare questa nuova moda anti-smog, sono racchiuse in 7 articoli e 3 allegati di decreto attuativo del Ministero dei Trasporti, che saranno attivate entro la fine di questa estate.
Il ministro dei trasporti ha parlato in merito di un decreto sperimentale, i comuni dovranno adibire delle giornate educative sulle norme e regole sopra citate e potranno decidere da sè in quali strade e luoghi potranno circolare questi mezzi.
Tutti i dispositivi potranno muoversi su isole pedonali, zone 30, corsie ciclabili, e eventualmente altre strade che saranno i comuni a stabilire.
Le norme comprendono anche limitazioni e obblighi sulle caratteristiche tecniche del mezzo, ad esempio è prevista la presenza del segnalatore acustico e di un motore di potenza non superiore ai 500 watt, dovranno inoltre essere dotati di illuminazione (con regole simile a quelle delle autovetture), e ancora, i conducenti, per poter circolare la notte dovranno essere dotati di giubbotto e/o bretelle riflettenti.
Se i mezzi superano i 20 km/h dovranno essere dotati di dispositivi di limitazione della velocità, e, in ogni caso, nelle zone pedonali il limite di velocità è di 6km/h. Non potranno essere portati passeggeri e i conducenti, se minorenni, dovranno essere in possesso del patentino A.M..
In tutto questo saranno i comuni a decidere se accedere alla sperimentazione o meno sulla micromobilità.
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