Tutela e rispetto dell’ambiente: il riciclo comincia da casa propria

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Gli sconvolgimenti climatici come abbassamento delle maree, uragani sempre più frequenti anche in zone non tropicali, estati infuocate, scioglimento dei ghiacciai e siccità sono solo alcune delle conseguenze più gravi dell’inquinamento ambientale.

L’attenzione si sta concentrando soprattutto sull’inquinamento da plastica, diventato uno dei temi in cima alla lista dell’agenda politica di moltissimi paesi.

La plastica è praticamente onnipresente nei mari, nei fiumi, nei laghi, nelle montagne e perfino nell’aria e provoca seri danni all’ecosistema della flora e della fauna mondiale, oltre ovviamente che all’uomo stesso.

La produzione della plastica ha conosciuto il suo boom dopo la Seconda Guerra Mondiale essendo un materiale economico, duttile e facile da lavorare. Non è stata però considerata l’altra faccia della medaglia, cioè l’eccessivo inquinamento provocato da questo materiale che risulta difficilissimo da smaltire e che quindi può persistere in natura per decenni e addirittura per secoli.

Perché la plastica è uno dei materiali più inquinanti al mondo?

Benché la maggior parte della plastica sia presente nell’oceano e nei mari, proviene dalla terraferma. La plastica rilasciata in natura viene trasportata dai fiumi più grandi che la fanno scendere a valle fino a farla confluire nei mari e, catturata dalle correnti oceaniche, finisce in tutto il mondo.

I rifiuti di plastiche, una volta finiti in mare, si degradano in tante piccole microplastiche a causa del sole, del vento e delle onde che sono state trovate anche nei sistemi idrici cittadini che portano acqua potabile.

Già questa situazione rappresenta un grave rischio per la salute umana, ma bisogna poi considerare i danni devastanti arrecati alla fauna selvatica. Le plastiche, aggrovigliate tra di loro, molto spesso si trasformano in trappole mortali che hanno ucciso animali e pesci di qualsiasi dimensione.

Inoltre le microplastiche vengono scambiate dai pesci per cibo e rischiano di perforare i loro organi o di farli sentire sazi. I pesci, non avendo fame, non si nutrono e quindi rischiano di morire di fame. Da considerare che quegli stessi pesci, che magari hanno assorbito delle microplastiche, finiscono poi sulle nostre tavole. La natura in pratica restituisce all’uomo la plastica che egli stesso produce e che rischia di ingerire.

La tutela dell’ambiente parte dai cittadini: come riciclare la plastica da casa correttamente?

La situazione è davvero molto critica e i paesi del mondo, una volta appresa la gravità del problema, hanno avviato delle politiche finalizzate a ridurre la produzione di plastica fino alla sua completa sparizione.

Anche i cittadini però, nel loro piccolo, devono e possono fare di più per contribuire a limitare i danni provocati dalla plastica e preservare la salute di un pianeta sempre più malato. Per prima cosa è doveroso smaltire la plastica nell’apposito contenitore dedicato, assicurandosi di dividere la plastica riciclabile da quella non riciclabile.

Se ci sono delle etichette di carta sui recipienti di plastica vanno eliminate per favorire il successivo processo di riciclo da parte delle aziende.

In generale bisogna cercare di ridurre l’uso della plastica e, in tale ottica, rappresentano delle preziose alleate le borse shopper per fare la spesa. Piuttosto che farsi dare dai supermercati le buste, che non sempre sono biodegradabili e hanno un costo economico e che per di più si rompono dopo uno o due utilizzi, sarebbe preferibile usare shopper in nylon, in iuta, in cotone o in qualsiasi altro materiale green e decisamente più resistente che possono essere utilizzate svariate volte.

Un altro ottimo sistema per ridurre la produzione di plastica è il riciclo creativo. Non è solo un’attività green e un hobby divertente, ma prolunga il ciclo di vita degli oggetti destinati all’usa e getta.

Tagliando le bottiglie di plastica si possono creare simpatici vasetti per il proprio giardino fai da te fuori al terrazzo, oppure si possono colorare i tappi di plastica per poi usarli come decorazioni per il frigo. E ancora con la plastica si possono ricavare cassette, cestini, portaposate e annaffiatoi.

Non c’è limite alla fantasia ed è meglio attingere quanto più possibile dalla propria creatività per prolungare il ciclo di vita della plastica senza disperderla in natura.

Il supporto delle aziende specializzate

Se i cittadini sono chiamati a fare la loro parte, le aziende che con la plastica ci lavorano devono essere ancora più attente e virtuose per il riciclo. A supporto di industrie, fabbriche e società ci sono aziende specializzate nello smaltimento della plastica che garantiscono un riciclaggio a norma.

Le fasi di riciclaggio della plastica, da quando viene raccolta dagli operatori ecologici fino a quando viene trasformata in un prodotto riciclato, sono essenzialmente 3:

  • i rifiuti vengono prima analizzati e poi suddivisi per differenze di procedimento;
  • vengono inseriti in un impianto di suddivisione e di selezione per prepararli al riciclo;
  • vengono infine reinseriti nel mercato sotto forma degli stessi prodotti di partenza, oppure trasformati in oggetti completamente nuovi.

Il corretto riciclo della plastica, che va affidato ad aziende specializzate, è utile per prolungare il ciclo di vita di questo materiale e riutilizzarlo più volte, ma anche per evitare multe e sanzioni pesanti che potrebbero essere elevate in caso di illecito o scorretto smaltimento della plastica.

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