Siamo nel Regno Unito del ventesimo secolo; sono gli anni settanta, precisamente la prima metà del decennio, e, parallelamente a ciò che succede nelle principali città degli Stati Uniti d’America, come Los Angeles, Seattle, Washington, New York, San Francisco e Austin, si è al cospetto di una rivoluzione estetica, musicale e culturale; mentre nello stato sovrano inglese spiccano metropoli come Londra e Liverpool, la formazione di una potente subcultura, che affonda le proprie radici nell’Hard Rock, nel Garage Rock e nel Rock & Roll, domina tutti i giornali e diviene lo standard per la musica, la letteratura, spaziando dalle arti visive alla moda.
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Le origini della cultura punk
Per essere precisi, ciò che diede origine alla cultura punk è la sua corrente musicale: nata ed emersa nei primi anni settanta nella costa orientale degli Stati Uniti, in particolare a Detroit, il movimento non era conosciuto come punk rock, poiché la terminologia nacque diversi anni dopo; sta di fatto che l’essenza grezza e diretta, rispetto ad altri generi di rock, gli diedero una spinta senza precedenti che si tradusse nella creazione di band musicali come i The Stooges, gli MC5, i New York Dolls, i Television e le Talking Heads.
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Fra il 1975 e il 1982 esplose il fenomeno anche nel Regno Unito e, più specificamente, in Gran Bretagna: numerose boy-band e gruppi misti, come i 101’ers, i Roxy Music, i The Who, ma anche cantanti solisti come il famosissimo David Bowie, iniziarono a militare nell’ambito del neonato movimento.
Corrente affine al punk fu quella degli skinhead, tramite i quali cominciò a riemergere l’ondata di punk rock in Gran Bretagna. L’ideologia alla base del punk, ossia la sua unica corrente di pensiero, è mutata nel corso del tempo: il movimento si è gradualmente suddiviso in un’infinità di diverse classificazioni, che vanno dall’anarchismo al comunismo, fino al neo-nazismo e neo-fascismo, oppure alla mera e neutra apoliticità. In ogni caso, ad unire tutti questi movimenti sparsi, fra cui i Punk 77, lo Street Punk e il Nazi-Punk, è l’idea comune che giace nella causa del rifiuto verso qualsiasi forma di controllo, tra cui il controllo sociale operato dai mass media, come le testate giornalistiche, le reti televisive e le stazioni radiofoniche, e dalle organizzazioni religiose, come la chiesa cattolica. A questo punto sarebbe naturale chiedersi in che modo il punk e le sue subculture si inseriscono nel mondo dell’edilizia e dell’arredamento.
Un esempio di arredamento punk
Com’è possibile arredare una stanza in stile punk? Quali sono i modi migliori per attrezzare uno spazio libero per rispecchiare i canoni e gli stili delle subculture del movimento? Un esempio potrebbe essere quello di un salotto: tavolini con borchie e spuntini; specchi con cornici a forma di cintura, testiere al letto a forma di grandi teschi: tantissime sono le soluzioni possibili, e fra le proposte non manca il massiccio uso della bandiera inglese, la Union Jack, e l’utilizzo di poltroncine con graffiti, teschi sghignazzanti, credenze full-black e sontuosi letti con lampade e sculture.