Avere tante scarpe e non sapere dove metterle è un bel problema; la soluzione, come per virtualmente ogni problematica e necessita quotidiana e straordinaria, giace nella classica pratica del fai da te, ormai onnipresente in qualsiasi ambito dell’edilizia, dell’arredamento e della costruzione.
Il problema che affrontiamo oggi risiede nella costruzione a 360 gradi di una scarpiera, ossia dei processi di realizzazione concettuale, teorica e pratica del prodotto e di un precedente studio dei materiali più adeguati da utilizzare in questa casistica.
Senza incorrere in ulteriori indugi, avviamoci verso le fondamenta del nostro lavoro: il modello.
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Il modello del prodotto: uno studio del caso generale
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Pensiamo ad una scarpiera per l’ingresso della casa, o magari posta in un corridoio: in questo caso, risulta più performante una scarpiera sottile, eventualmente posizionabile nei pressi di una porta così da essere in grado di sfruttare al meglio ogni centimetro di distanza dal prodotto e i metri quadri disponibili, riducendo al minimo sindacabile lo spreco di volume, tutto ciò a vantaggio di una praticità senza precedenti nell’uso degli spazi comuni della famiglia.
Al di là della pragmaticità del modello proposto, per realizzare una scarpiera componibile, spessa o sottile che sia, è d’obbligo acquistare un kit fai da te reperibile in qualsiasi negozio di bricolage o della grande distribuzione: in questo modo, sarà facile e sicuro assemblare i vari strumenti contenuti nel kit e già predisposti per il montaggio e l’applicazione, avendo a questo punto anche la possibilità di costruire una scarpiera per esterno.
Dalle scarpiere aperte alle scarpiere a muro
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Per realizzare una funzionale e semplice scarpiera a muro, risulterà necessario il parere tecnico di un esperto per valutare la concreta fattibilità del progetto, operando inoltre un importante studio di posizionamento e morfologia del modello all’interno dell’ambiente domestico, tutto ciò al fine di non scombussolare quest’ultimo a compimento dell’opera.
Ad esempio, i rischi principali in cui si potrebbe incorrere in un processo simile sono la foratura di un muro, di un pilastro portante, di un muro maestro, oppure addirittura l’eventuale intercettazione di canalizzazioni di impiantistica presente nel circondario della muratura.
Del resto, per costruire un portascarpe in legno e incassato all’interno della parete, sono necessari pochi materiali facilmente reperibili nei comuni centri specializzati nel fai da te e nell’arredamento; analizzando, per esempio, il progetto di una scarpiera profonda circa 20 centimetri (o anche meno), si potrebbero agilmente ricavare dei vuoti adoperabili ad usi secondari: basta avere un minimo di dimestichezza nel bricolage e nel montaggio.
Per velocizzare il lavoro o se non è si è molto abituati alle opere manuali col trapano, ci si potrebbe rivolgere proprio ad un centro di bricolage almeno per permettere loro di predisporre i fori necessari al montaggio ai due stretti dei muri laterali e nei quali fissare gli appositi ripiani del portascarpe.
Infine, a proposito dei ripiani: per creare una scarpiera di circa 2,50 metri, basteranno poco più di 12 mensole poste secondo un sistema a cremagliera, ossia con la possibilità di spostare la posizione delle stesse.
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