Cutting: Che cos’è e come si cura l’autolesionismo

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La percezione della vita, dei sentimenti e di tutto ciò che ci circonda è senza dubbio soggettivo, ciascuno di noi reagisce in un modo più che in un altro, proprio perché percepisce un determinato fatto in modo totalmente personale. Questo porta come prima ed indiscussa conseguenza alla certezza il fatto che esistono persone più sensibili e vulnerabili di altri che invece riesco a sopportare in modo più semplice, anche se non sempre senza complicazione lo stesso tipo di impulso.

Questa premessa serve a cogliere ed interpretare col punto di vista di soggetti terzi, i quali hanno percezioni differenti a quelli a cui siamo abituati.

I soggetti che si possono definire più sensibili per via di tutta una serie di sensazioni negative come: mancanza di comunicazione, depressione, incomprensione, angoscia e solitudine; non riesco a gestirle e superarle, e quindi cercano di distrarsi da esse per mezzo del dolore fisico attraverso l’utilizzo della pratica del cutting.

Cutting: Come si innesca?

Gli atti di bullismo sono sempre stati la causa maggiore di induzione all’autolesionismo. Negli ultimi tempi si è sviluppato un atteggiamento particolarmente controproducente, in particolar modo nel mondo dei social, questi comportamenti si possono racchiudere del gruppo del cyberbullismo.

Questa pratica consiste nel intimorire e nel dominare una vittima in modo indiretto, attraverso l’utilizzo di network come Facebook, Instagram o Twitter, ma anche attraverso chat private o blog pubblici. Anche il cyberbullismo si può combattere, infatti anche su questo mondo irreale ci sono protezioni da poter adoperare, come mandare delle istanze ai social, impostare al meglio la propria privacy etc.

Cos’è il cutting?

Il cutting è una pratica autolesionista, la quale però non è mirata al tentato suicidio, ma piuttosto serve a suscitare emozioni particolarmente forti o scaricare l’ansia. Chiaramente i soggetti che ne fanno utilizzo hanno alle spalle un quadro psicologico abbastanza difficile ed irregolare, infatti è proprio a causa di quest’ultimo se non riescono a contrastare le difficoltà a cui vanno incontro senza ritrovarsi intrappolati in pratiche così deleterie e pericolose come quella del cutting.

Il 20 % degli adolescenti afferma di aver vissuto questa esperienza, una delle cause più diffuse è anche uno spirito di emulazione. L’emulazione comprende tanti tasselli della vita personale, come il tipo di abbigliamento, i tatuaggi o il taglio di capelli; tutti meno gravi rispetto all’autolesionismo, ma comunque indotti per vie secondarie attraverso idoli da imitare.

Il cutting consiste nel praticare sul proprio corpo delle piccole incisioni, di solito con la lametta o un taglierino, in zone coperta del corpo, come braccia o gambe; in alcuni casi più isolati, anche sul volto o sull’addome.

C’è chi afferma di farlo perché non riesce a sentire nulla, ad attraverso il dolore fisico riesce a provare delle sensazioni, questa sensazione di vuoto è causata dalle depressione, quindi l’impossibilità di provare emozioni, che esse siano di natura positiva o negativa.

Quindi si potrebbe affermare che la sofferenza fisica riesca in qualche modo a rendere meno pesante la sofferenza mentale, in quanto limitata e continua; al contrario del dolore psicologico che è continuo e persistente e spinge le persone a compiere gesta estreme.

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