I farmaci hanno davvero una scadenza? E cosa succede se si assumono farmaci scaduti? Queste e altre domande sono molto frequenti, ma spesso non si trovano le risposte esaurienti che permettano di capire con certezza come comportarsi.
Vediamo dunque di fare chiarezza e di saperne di più.
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Farmaci scaduti cosa sapere
Nel nostro paese il 40 per cento dei medicinali che abbiamo in casa ha superato la data di scadenza, un dato che evidenzia come se da un lato c’è un evidente spreco dall’altro vi sono anche dei rischi per la salute.
E’ del tutto normale che la scadenza dei farmaci condiziona le nostre scelte e quando li troviamo già scaduti la prima cosa che facciamo è gettarli via, ovviamente rispettando le indicazioni riguardo a tubetti e flaconi.
Tuttavia, sono in molti a sostenere che il 90 per cento dei medicinali scaduti dura almeno un anno in più rispetto alla scadenza e che non ci problemi a utilizzare farmaci come antinfiammatori e antidolorifici, considerati non critici.
Sono esclusi i salvavita e gli antibiotici e molto conta anche la condizione delle pillole e la modalità con cui sono state conservate.
Cosa dice in merito il rapporto dell’Aifa
Tuttavia, un rapporto recente dell’Aifa ha spiegato i motivi per cui bisogna rispettare la data di scadenza dei farmaci.
Nella nota dell’Aifa si legge che la data di scadenza dei medicinali non scaturisce da logiche di tipo commerciale ma da valutazioni scientifiche dedotte dagli studi di stabilità condotti sui farmaci.
I test vengono regolati da protocolli contenuti nelle linee guida internazionali ICH che sono valide in Europa, Stati Uniti e Giappone.
Gli studi di stabilità condotti dalle aziende farmaceutiche sono riportati in specifiche sezioni del dossier che accompagna la registrazione di un farmaco e che viene sottoposto ad AIFA per la concessione dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio.
Il periodo di validità di un medicinale è autorizzato quindi secondo la valutazione compiuta dagli esperti dell’Agenzia sui valori tratti dalle ricerche.
La stessa cosa vale anche per le modalità di conservazione stabilite. L’Aifa nella nota specifica anche che il paziente può valutare personalmente se un farmaco scaduto può essere utilizzato oppure no.
Per attestare la validità del farmaco deve tenere in considerazione il colore, l’odore e la sua consistenza.
Infatti, può accadere con il passare del tempo che il principio attivo si altera e quindi, oltre a non garantire l’efficacia, può non essere sicuro per la salute.
I rischi per il paziente possono essere ad esempio gonfiore, arrossamento, allergia e se di grave entità queste manifestazioni possono risultare anche pericolose.
E’ dunque importante ricordare che la data di scadenza si riferisce al farmaco integro perfettamente conservato nel contenitore e alla temperatura standard.
La conservazione corretta del farmaco consente di non alterare le sue caratteristiche fino alla data di scadenza indicata sul prodotto.
L’Aifa ricorda anche che i farmaci devono essere conservati in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e dagli sbalzi di temperatura, e nei contenitori originali.
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