Interruttore differenziale salvavita: Cos’è e come funziona

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Di cosa si tratta

L’interruttore differenziale salvavita, conosciuto più comunemente e semplicemente come salvavita, è un dispositivo che si trova, o dovrebbe trovarsi generalmente, nel piccolo quadro elettrico di ciascun appartamento, la cui funzione è quella di garantire la sicurezza e la tutela degli abitanti dell’immobile, in situazioni di dispersione di corrente elettrica.

L’interruttore può essere riconosciuto facilmente grazie alla presenza di un grande tasto contrassegnato dalla lettera T, anche chiamato test, le cui dimensioni, forma e posizione variano da modello a modello, ma la cui funzione più comune è quella di verificare la continuità di funzionamento del dispositivo, pressando il suddetto pulsante almeno una volta al mese.

Diversamente da altri dispositivi che forniscono protezione contro sovraccarichi o cortocircuiti tra fase e fase o tra fase e neutro, l’interruttore differenziale si occupa solo di bloccare l’erogazione di corrente, a tutela della salute umana in caso di dispersione elettrica, e dunque guasto verso terra, o in caso di folgorazione fase-terra, fornendo inoltre protezione verso il macroshock elettrico, che sia esso diretto o indiretto.

Interruttore differenziale salvavita

Perchè è necessario

Questo tipo di dispositivo è generalmente fornito e necessario in ogni abitazione, poiché garantisce una totale forma di sicurezza nei confronti di chi abita o frequenta l’appartamento o l’edificio dove esso si trova.

Fenomeni di dispersione elettrica, con conseguenze non indifferenti, non sono difatti nuovi, e saperli prevenire con forme di tutela del genere è sicuramente uno dei passi più intelligenti e importanti che possano essere fatti.

Proprio per le sue capacità di salvaguardia, l’interruttore differenziale risulta – letteralmente –  di vitale importanza e per queste ragioni il suo impiego è disciplinato da più di una legge e da diverse normative, alcune delle quali riguardanti il riordino delle disposizioni in materia di attività d’installazione degli impianti all’interno degli edifici (DM 22 gennaio 2008 n. 37, della legge n. 248 del 2 dicembre 2005); altre riguardanti la messa in sicurezza degli impianti (DPR 6 dicembre 1991 n. 447); vi sono poi disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazione e impianti elettrici ed elettronici, regolamentate dalla legge del 1º marzo 1968 n. 186; e norme che disciplinano gli impianti elettrici di bassa tensione o di tensione superiore a 1 kV in corrente alternata (rispettivamente Norma CEI 64-8 e Norma CEI 0-16).

Come funziona il salvavita

L’interruttore differenziale salvavita, rappresenta un dispositivo di sicurezza in grado di interrompere il flusso elettrico di energia in un circuito elettrico di un impianto elettrico.

Il dispositivo entra in funzione nel momento in cui avverte una differenza di potenziale tra le correnti che vengono condotte attraverso i cavi che si occupano di iniziare e concludere il circuito di corrente elettrica, i quali, se si prende in considerazione un sistema elettrico monofase, risultano essere solo due, ovvero la fase ed il neutro.

Nel punto di inizio dell’impianto, in condizioni normali, la corrente che attraversa la fase ha lo stesso valore di quella che interessa il neutro; quando i valori risultano differenti, si è di fronte ad un evidente dispersione di corrente elettrica, la quale cercherà, difatti, di percorrere strade differenti per chiudere il circuito e scaricare la corrente residua.

Ciò si può manifestare con un contatto diretto, come ad esempio la scossa elettrica su un corpo umano in caso di contatto con oggetti elettricamente carichi (cavi, superfici conduttrici non protette, ecc) – in cui la corrente elettrica attraversa in parte la persona per scaricare più velocemente la sua energia a terra –, o per cedimento dell’isolante di un qualsiasi elettrodomestico collegato all’impianto di terra; in questo caso il rischio di venire a contatto con la rete elettrica è immediato.

La soglia minima al di sopra della quale il salvavita entra in funzione, corrisponde sempre ad un valore mai superiore ai 30mA. Ciò sta a significare che, in una situazione di valori differenti della corrente che attraversa la fase e di quella che attraversa il neutro – e dunque di dispersione di corrente -, se il valore della differenza è superiore ai 30mA, l’interruttore differenziale salvavita interviene e provvede tempestivamente interrompendo l’erogazione di corrente elettrica.

Vi sono, poi, situazioni isolate in cui la sensibilità del salvavita non può addirittura superare i 10 mA, quali zone adibite a bagno degli impianti residenziali, in modo da garantire la sicurezza degli individui abitanti.

Da un punto di vista del tutto tecnico, l’interruttore è costituito da un circuito magnetico, sul quale sono avvolti dei solenoidi, la cui funzione è quella di annullare reciprocamente il flusso magnetico prodotto, in condizioni di equilibrio. In caso contrario, il flusso magnetico non è più nullo ed il suo valore è sufficiente per attirare una piccola ancora metallica, la qualche provoca lo scatto di una molla che mette in funzione l’interruttore, bloccando la corrente elettrica.

Esistono anche modelli differenti in cui i contatti vengono tenuti chiusi insieme da un elettromagnete, il quale è alimentato da un circuito elettronico; non appena sono rilevati degli sbilanciamenti di corrente misurati da un solenoide differente, il circuito arresta l’alimentazione che permette all’elettromagnete di rimanere serrato, determinando così l’apertura dei contatti, e dunque il blocco del flusso di corrente elettrica.

Manutenzione

Occorre tenere spesso l’interruttore sotto osservazione per non incorrere in disfunzioni nei momenti di più assoluta emergenza.

Molti sono infatti i casi, specie in ambito civile, in cui viene segnalato che un differenziale scatti, aprendosi, senza un apparente motivo, spesso ripetutamente, concentrandosi perlopiù in fasce orarie ben precise, come quelle mattutine. Le cause possono essere differenti e spesso connesse a disturbi sulla linea di varia origine: tra di esse vi sono certamente quelle legate al fatto di trovarsi in zone vicine a grandi industrie o alla fine di linee molto lunghe, o la presenza di un gruppo di continuità a valle del differenziale che, interferendo con con l’alimentazione proveniente dalla propria batteria nel momento dell’anomalia esterna, genera ulteriori disturbi che possono quindi condurre allo scatto del differenziale.

Per tale motivo è consigliato verificare il corretto funzionamento dell’interruttore differenziale salvavita almeno una volta al mese, come già accennato, mettendo in funzione il pulsante (generalmente nero) contrassegnato dalla lettera T, il quale sarà in grado di avviare il meccanismo del salvavita che provvederà a terminare l’erogazione della corrente elettrica, se il tutto è stato montato e funziona correttamente.

Quando, e se, il differenziale è bloccato nella posizione Off, occorre sbloccare la levetta forzandola leggermente verso il basso e rimediando poi a collocarla nella posizione On.

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