Il cappotto termico è uno tra interventi più efficaci per ottenere un alto rendimento energetico nelle nostre abitazioni. La necessità di realizzare un cappotto termico, data soprattutto dalla necessità di ridurre le emissioni nocive, riveste una grande importanza, in quanto può portare ottimi risultati in termini di risparmio energetico, dato però da un lavoro fatto a regola d’arte, che consenta di ottenere ottimi risultati.
Come verificare dunque la funzionalità del cappotto termico? Vediamo come fare.
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Fare attenzione ai ponti termici
Realizzare un cappotto termico vuol dire applicare materiali isolanti agli stati esterni o interni di un edificio, attaccandoli con specifici collanti a una rete d’armatura installata precedentemente. Il lavoro viene poi completato con uno strato di finitura.
Spesso accade che il prezzo troppo elevato dei lavori spinge a rinunciare al cappotto termico, per passare a soluzioni più economiche. E’ però evidente che i lavori saranno diversi e possono variare anche le modalità con cui viene effettuata la posa d’opera.
Una installazione difettosa del cappotto termico può lasciare in vita i ponti termici, ovvero le vie preferenziali attraverso cui si disperde il calore, che riguarda travi, pilastri, balconi o davanzali, non isolati bene a volte per la loro forma discontinua o per la scarsa qualità dei materiali con cui sono costruiti.
Cappotto termico: e la termografia
La termografia è una tecnica con la quale si possono riscontrare i problemi derivati da una errata posa in opera del cappotto termico o di altro genere.
Uno dei problemi più frequenti è l’isolamento dell’imbotte delle finestre. Un altro problema è invece la displanarità dei pannelli isolanti, che si riflette poi sullo strato di intonaco soprastante.
Un altro problema riscontrato abbastanza spesso in fase di termografia è anche la massellatura dei pannelli alla muratura, che viene eseguita diversi giorni dopo l’incollatura delle lastre, che provoca lo stacco delle stesse dalla parete.