È risaputo che quando si investe in una pompa di calore bisogna considerare il suo consumo. In questo articolo, cercheremo di fornire consigli per capire quanto consuma una pompa di calore e quindi quanto sono grandi i costi legati al suo funzionamento.
Molte persone sembrano essere sorprese quando si rendono conto di quanti soldi risparmieranno con una pompa di calore. Questo è in parte dovuto a tutti i miti che circondano le pompe di calore, per esempio che consumano troppa energia, sono scomode e richiedono una manutenzione speciale.
Nel seguente articolo spiegheremo esattamente quanta energia consuma una pompa di calore analizzando i suoi componenti principali. Inoltre, esamineremo i fattori che influenzano il consumo di energia e, infine, daremo alcuni consigli utili su potenziali modi per abbassarlo.
Indice dei Contenuti
Come funziona una Pompa di Calore elettrica?
Prima di parlare dei consumi della Pompa di Calore, vogliamo spiegarti cos’è e come funziona. La Pompa di Calore, sfruttando il solo utilizzo della corrente elettrica, è in grado di estrarre calore dall’aria o dall’acqua presente intorno all’abitazione per cederlo poi al circuito di riscaldamento. La pompa di calore estrae calore dall’aria anche quando le temperature vanno sotto lo zero, anche se ottiene maggiori performance quando il fluido (aria o acqua) ha una temperatura costante intorno ai 10-15 °C.
Questo avviene grazie a un processo di funzionamento, conosciuto anche come effetto Joule-Thomson, che consente di produrre energia termica in una quantità superiore a quella richiesta per permetterne il funzionamento.
Tutti i tipi di Pompe di Calore esistenti
Ci sono quattro tipi principali di pompe di calore utilizzate in ambito domestico:
- pompe aria-aria
- pompe aria-acqua
- pompe acqua-acqua
- pompe terra-acqua
Queste ultime due tipologie rientrano nella macrocategoria delle pompe di calore geotermiche.
I sistemi aria-aria assorbono il calore dall’aria esterna all’abitazione. Sono le tipologie più economiche e semplici da installare e usano split o termoconvettori per trasferire il calore all’interno dell’abitazione. Possono essere utilizzate per riscaldare la vostra casa, o per fornire raffreddamento in estate invertendo il processo.
Le pompe di calore aria-acqua estraggono sempre il calore dall’aria esterna, ma poi utilizzano un impianto di distribuzione del calore “tradizionale”, quindi vanno ad alimentare i termosifoni, pavimenti radianti o pareti radianti
I sistemi geotermici (da terra o da acqua) trasferiscono il calore dal terreno o da una fonte d’acqua vicina. Hanno costi iniziali più alti ma costi operativi più bassi perché sfruttano le temperature relativamente costanti del sottosuolo. Poiché non dipendono dalla temperatura dell’aria esterna, possono fornire riscaldamento e raffreddamento efficienti tutto l’anno, anche in zone con clima particolarmente rigido.
Quali sono i consumi di una Pompa di Calore?
Dopo aver identificato le diverse tipologie di Pompe di Calore e il modo in cui funzionano, possiamo analizzarne i consumi. Per prima cosa, per poter conoscere i consumi, bisogna prendere in considerazione molteplici fattori. I consumi di una Pompa di Calore, infatti, variano a seconda del modello scelto, dalla necessità di utilizzo che si ha, dalle caratteristiche del luogo in cui viene installata, dalla sua grandezza e dal modo in cui si vuole utilizzare.
Iniziamo col dire che una Pompa di calore aria-acqua comune da 5 kW assorbe tra i 500W e i 2000W e che il suo consumo non è costante. Per raggiungere la temperatura preimpostata in modo rapido, infatti, soltanto nella prima ora di accensione arriva a consumare fino a 2 kWh. Dopo aver raggiunto la temperatura desiderata, tende a diminuire il consumo fino a 0,5 kW all’ora.
Negli ambienti particolarmente freddi, soprattutto nel periodo invernale, il consumo è più alto e può arrivare a raggiungere i 1.000 kWh al mese.
Il consumo annuo, quindi, può attestarsi intorno ai 3.000 kWh annui, che sono equiparabili grosso modo ad un consumo di gas, per ottenere lo stesso comfort, di circa 1.200 smc.
Alle quotazioni attuali (e anche in base a quelle passate), il risparmio è importante e consente di abbattere fino al 30% il costo della bolletta per il riscaldamento.
Inoltre, se associata ad un impianto fotovoltaico con batterie di accumulo, la corrente sarà autoprodotta riducendo ulteriormente i costi. Quella con il fotovoltaico, infatti, rappresenta la naturale accoppiata per l’indipendenza energetica. Fotovoltaico con accumulo e pompa di calore consentono un abbattimento complessivo fino all’80% delle bollette familiari, come abbiamo evidenziato in questo approfondimento sul funzionamento e convenienza del fotovoltaico con batteria.
Un altro vantaggio delle Pompe di Calore è la facile installazione che, rispetto agli impianti tradizionali con caldaia, non prevede alcun tipo di canna fumaria.
Anche la gestione è semplice: la Pompa di Calore non necessita particolari manutenzioni, occorre soltanto verificarne periodicamente il corretto funzionamento al fine di scongiurare eventuali problemi.
Infine, per massimizzare i consumi è sufficiente ridurre la temperatura di mandata del fluido nell’impianto, aumentando la durata di accensione dell’impianto stesso, in modo da far lavorare la pompa sempre a regime con il minimo assorbimento di corrente.
Tutti gli incentivi statali per l’installazione di una Pompa di Calore
Gli incentivi statali per l’installazione di una pompa di calore sono molti e molto vantaggiosi. Vediamoli in dettaglio.
Superbonus 110%: è l’incentivo più importante, che prevede una detrazione fiscale del 110% della spesa sostenuta. La detrazione può essere effettuata in cinque anni con rate del 20% o cedendo il credito ad un istituto bancario o alla ditta che effettua i lavori.
Ecobonus 65%: questo incentivo prevede una detrazione fiscale del 65% sulla spesa sostenuta per la sostituzione di un vecchio impianto di riscaldamento con uno più efficiente a pompa di calore. A differenza del superbonus, non richiede vincoli sul risultato finale degli interventi di efficienza energetica ammissibili e si detrae la spesa sostenuta dai contribuenti in 10 anni. Anche in questo caso, il credito può essere ceduto.
Bonus ristrutturazioni 50%: questo incentivo prevede una detrazione fiscale del 50% sulla spesa sostenuta nell’ambito di un intervento di ristrutturazione, anche in assenza di un impianto di riscaldamento esistente. A differenza dei due incentivi precedenti, non richiede interventi di efficienza energetica.
Conto Termico 2.0: a differenza di tutti gli altri incentivi citati, questo bonus è finanziato dal bilancio dello Stato e quindi non è soggetto ad approvazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Potrai usufruire del Conto Termico 2.0 facendo direttamente richiesta al GSE, Gestore Servizi Energetici, che, dopo aver verificato la richiesta, provvederà al rimborso diretto dell’importo mediante bonifico bancario in una o due tranche, nel giro massimo di due anni.